mercoledì 7 ottobre 2009

Sapore e Odore di Polvere - Il libraio di Kabul

La polvere.

Nominata spesso... in queste pagine scritte da una giovane inviata norvegese a Kabul: Asne Seierstad.

La polvere nella libreria di Sultan, la polvere delle giornate di Leila, la polvere delle tradizioni, il color polvere del paesaggio, la polvere che cade in una pentola senza coperchio, le bancarelle polverose.

Questo è un libro che insegna tante cose, che apre una piccola finestra su di un mondo tanto vasto e variegato che forse crediamo di conoscere...Avevo letto una breve recensione di questo libro ma non mi aveva particolarmente colpito.

La storia di questa inviata norvegese che è ospite per alcuni mesi a casa di Sultan Khan (l'ultimo venditore di libri a Kabul) non mi aveva incuriosito così tanto da acquistare il libro. Poi, girovagando in libreria ho visto la copertina in edizione Superpocket, mi ha colpito l'immagine della donna con il burka, rannicchiata contro un muro.L'ho letto in pochi giorni.
Questo è il classico libro dal quale non si riesce a prendere congedo.Tra la prefazione e la postfazione si sviluppano diciannove interessantissimi capitoli.

La scrittrice ci presenta prima di tutti Sultan, l'abile venditore. La prima volta in cui l'autrice conobbe il libraio, nel 2001, fu anche quella in cui uscì dalla bottega con 7 libri sottobraccio. Egli fu un interessante interlocutore e da questi continui dialoghi nacque una bella amicizia. Sultan volle presentare la sua famiglia a questa nuova amica e fu per questo che la invitò a cena. L'autrice si trovò di fronte ad una vera famiglia afgana e le venne voglia di scrivere un libro su di loro. Ne parlò con Sultan il quale subito si dimostrò disponibile.Il libro che ho tra le mani è ciò che gli occhi di Asne, una occidentale senza pregiudizi , hanno visto nel privato della famiglia del libraio di Kabul.Comincia questo viaggio negli atteggiamenti maschili di ostentata superiorità nei confronti delle donne, nei burka tanto odiati, nella speranza.

Le prime immagini sono quelle di un uomo, Sultan, stanco della moglie cinquantenne ... alle prese con il difficile fidanzamento con una cugina sedicenne. A questo si aggiunge la disperazione della prima moglie, Sharifa, che non può opporsi e che, nonostante l'appoggio delle donne della famiglia, subisce il suo destino.La storia privata della famiglia si intreccia inesorabilmente con la storia di questo paese martoriato. Il falò di libri "acceso al servizio di Dio" dalla polizia religiosa nel 1999 a Kabul è lo spunto dal quale prende vita la figura di Sultan come libraio. Un uomo che ama i libri, che li vende non solo per il guadagno ma per amore. I libri erano la sua vita. Cercò di nasconderli alla polizia per salvarli, venne incarcerato e addirittura minacciato a morte.

Interessante è la descrizione dettagliata della condizione della donna e l'idea del disonore, visti con gli occhi di una donna libera e istruita. "I giovani non hanno diritto di incontrarsi, innamorarsi, scegliersi. L'amore ha ben poco di romantico, al contrario può essere considerato un grave misfatto da punire con la morte. Gli indisciplinati vengono puniti a sangue freddo. Nel caso in cui sia solo uno dei due a venir punito con la morte, tocca senz'altro alla donna."Si capisce bene in cosa consiste l'orgoglio e al tempo stesso la paura di essere donna. Apprendiamo quanto sia duro essere donne e quanto duro sia il giudizio femminile sulle donne stesse. Le pagine dedicate ad una giovane donna, Saliqa, accusata di aver commesso una bravata con un ragazzo (e quindi subito considerata puttana) si commentano da sole.Così come i decreti talebani trasmessi via radio nel 1996. Tra questi troviamo: divieto al nudo femminile, divieto della musica e il divieto di far volare gli aquiloni (?!?!?!?). Non sia mai che a qualcuno venga in mente una vaga idea di libertà.A questo si ricollega l'obbligo del burka, talmente scomodo che costringe le donne a respirare il proprio alito. Nonostante qualcosa sia cambiato, sono sempre gli uomini a decidere. Le donne rimangono relegate in casa e nei loro burka.La tradizione è presente in qualsiasi momento della loro vita: a partire dall'educazione dei figli, per arrivare al fidanzamento e al matrimonio. Evidentemente sono regole dettate da uomini.Gli stessi uomini che le vogliono pure, perché la verginità è il vero valore della sposa. Gli stessi uomini che pagano la carne di donne vedove per soddisfare i loro istinti approfittando di donne in difficoltà. Gli stessi uomini che violentano giovani ragazzine nel retrobottega di un negozio.

Le pagine di questo libro non regalano giudizi affrettati ma ci mettono nella condizione di confrontare per l'ennesima volta due culture profondamente diverse. Ogni lettore vivrà forti emozioni tra queste immagini di vita contemporanea in un paese islamico che si barcamena tra tradizione e retaggi ancestrali. Personalmente, ho vissuto con partecipazione le vicende delle donne presentate così come ho letto con interesse i riferimenti alla storia di un paese che non poso certo dire di conoscere. Ho amato, profondamente, il sapore e l'odore di polvere di questo libro.

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